Così come ci si prende cura di chi nasce è necessario prendersi cura di chi muore e quando presente della sua famiglia, se richiesto.
Non si muore solo di tumori o di incidenti, si muore anche per cause legate a malattie cardiovascolari, malattie dell'apparato respiratorio, dell'apparato digerente ecc... e poi si muore di vecchiaia. Ma la causa principale della morte è la nascita. Non si tratta qui di un gioco di parole burlone, ma di una realtà volutamente ignorata da troppi.
Per quanto le scienze mediche potranno andare avanti nelle loro scoperte si prolungherà solo la scadenza.
La fine della vita è una realtà che riguarda indistintamente tutti gli esseri viventi. Che una determinata malattia non provochi più il decesso di chi ne è affetto è un grande successo, ma questo non eliminerà la morte dal destino di quella persona ed il problema di questa fine vita ancora sarà da risolvere.
Non bisogna confondere la morte con la sconfitta della medicina, anzi la medicina è parte integrante di questo processo di accompagnamento; diventa il risultato di un connubio pluridisciplinare dove le professioni mediche si incontrano con le altre risorse socio-sanitarie ed umane. Passa da medicina del fare a medicina dell'essere, dove l'obiettivo non è più di sconfiggere o di lottare contro nulla ma, se viene richiesto, di accompagnare con tutte le risorse a disposizione la vita fino alla morte.
Oggi le terapie antalgiche applicate alle cure palliative, sono in grado di intervenire in modo estremamente efficiente, ma purtroppo il loro uso è ancora troppo poco diffuso e la loro applicazione settoriale.
La morte non è una sfortuna che capita solo ad alcuni, ed il fatto che per svariati validi motivi essa faccia paura, non è una ragione per ignorarla e soprattutto per ignorare la realtà di chi vi è direttamente confrontato e vive un momento che tutti gli esseri, prima o poi, dovranno vivere. Rimandare il problema a domani corrisponde a prolungare di un altro giorno la sofferenza di persone spesso sottoposte ad accanimento terapeutico, nel vano tentativo di renderli immortali, ignorando la vita e lo sforzo disumano che si chiede a chi è sottoposto a tali pratiche.
Le medicine, il personale socio-sanitario, i volontari, gli assistenti spirituali, ogni singola persona, tutti possiamo fare molto per rispettare e riconoscere la vita in un essere umano fino alla morte.
E' con questo spirito che nasce il 3 aprile 1997 ad Aosta, IL BRUCO E LA FARFALLA® - Onlus, associazione apolitica ed aconfessionale, che opera occupandosi del problema della solitudine delle persone in fin di vita e quando presenti, delle loro famiglie. In sintesi l'associazione: